“Io volevo parlarti del sentimento che qualche volta ho di essere io stesso Pianta, una Pianta che pensa, ma non distingue i suoi diversi poteri, la forma delle sue forze e la sua posizione dal suo luogo”. In quel breve componimento pastorale che è il Dialogo dell’albero (1943), Paul Valery ci presenta la vita delle piante in una prospettiva inusuale. Seguendo le parole di Lucrezio a Titiro, infatti, le piante pensano, meditano (“si quelqu’un médite au monde, c’est la Plante”), ma non in modo semplicemente passivo. Secondo il Lucrezio del dialogo, le piante non sono un semplice oggetto che riceve la vita, ma uno strano incrocio di pulsioni vitali.
…”