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Dario Ganz
7 ago 2024
Ultima modifica: 6 ott 2024


Data osservazione
7 agosto 2024
Famiglia

Ginkgoaceae

Genere

Ginkgo

Specie

Ginkgo Biloba 

Nome comune

Ginkgo biloba

Luogo osservazione

Foto in un giardino privato a Belluno e dal Parco di Mussoi - Villa Clizia (BL) - Dario Ganz

Note

È una pianta arborea che raggiunge un'altezza di 30–40 m, chioma larga fino a 9 m, piramidale nelle giovani piante e ovale negli esemplari più vecchi. Il tronco presenta rami sparsi da giovane, più fitti in età adulta, branche principali asimmetriche inclinate di 45°, legno di colore giallo. I rami principali (macroblasti) portano numerosi rametti più corti (brachiblasti), sui quali si inseriscono le foglie e le strutture fertili.

Corteccia

È liscia e di color argento nelle piante giovani, diventa di colore grigio-brunastro fino a marrone scuro e di tessitura fessurata negli esemplari maturi.

Foglie

Ha foglie decidue, di 5–8 cm, lungamente picciolate a lamina di colore verde chiaro. In autunno assumono una colorazione giallo vivo molto decorativa, dalla forma tipica a ventaglio (foglia labelliforme) leggermente bilobata e percorsa da un numero elevato di nervature dicotome. La morfologia fogliare varia a seconda della posizione e dell'età: le plantule hanno foglie profondamente incise, le foglie portate dai brachiblasti hanno margine interno e talvolta ondulato, le foglie portate dai macroblasti sono spesso bilobate.

Fiori

Il Ginkgo biloba è una gimnosperma e per questo non presenta fiori come abitualmente li intendiamo. Le Gimnosperme non hanno fiori, ma portano strutture definite coni o strobili o, come in questo caso squame modificate. I coni da un punto di vista funzionale possono essere considerati simili a fiori per omologia. È una pianta dioica, cioè che porta strutture fertili maschili e femminili separate su piante diverse.[1][collegamento interrotto] Negli strobili maschili i microsporangi sono portati a coppie su microsporofilli, disposti a spirale su un asse allungato. L'impollinazione è anemofila.

Negli strobili femminili gli ovuli, inizialmente due, si riducono ad uno solo nel corso dello sviluppo e sono portati su peduncoli isolati. Dunque le piante femminili, a differenza della maggior parte delle Gimnosperme (in particolare delle Pinophyta), non producono coni propriamente detti, ma strutture analoghe a questi.

La fioritura è primaverile. Tra impollinazione e fecondazione intercorrono diversi mesi. La fecondazione avviene a terra all'inizio dell'inverno, quando gli ovuli, già caduti dalla pianta madre in autunno, hanno già avviato il processo di decomposizione dell'involucro esterno. I gameti sono ciliati e mobili, come avviene in molti altri gruppi (Cycadophyta, muschi, felci ed alghe).

I semi, di cui è commestibile l'embrione dopo la torrefazione, sono lunghi 1,5–2 cm e sono rivestiti da un involucro carnoso definito sarcotesta, pruinoso di colore giallo, con odore sgradevole a maturità per la liberazione di acidi carbossilici, in particolare acido butirrico.[5] All'interno del sarcotesta vi è una parte legnosa chiamata sclerotesta che contiene l'embrione. La germinazione del seme avviene fuori terra (epigea).

FONTE: WIKIPEDIA

FOTO: DARIO GANZ


Immagine osservazione pianta intera

Immagine osservazione pagina superiore

Immagine osservazione pagina inferiore

Immagine osservazione corteccia

Immagine osservazione infiorescenza

Immagine da documentazione