1. A mia madre

1.1. Introduzione

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Le ville del paesaggio prealpino della Provincia di Belluno Pag. 17 Charta 1997 … Per concludere questo “invito” alla visita delle ville della provincia di Belluno, mi pare sia opportuno riportare le parole di Dino Buzzati, scrittore tanto legato alla sua piccola patria di origine in particolare alla “vecchia casa di famiglia” di San Pellegrino: 

“L’incanto di questa terra sta soprattutto nel fatto che vi si incontrano e mescolano lo spirito raffinato di Venezia la presenza scabra e silenziosa delle montagne. Il risultato è una suggestione specialissima che non si trova da nessun altra parte. D’accordo: al paragone delle fantastiche ville della pianura, preziose e ispirate règgie, la maggioranza delle ville bellunesi non sono esempi da manuale di architettura, non portano firme illustri, non vi convergono in pellegrinaggio i pullman del turismo internazionale. […] 

Tuttavia non c’è dubbio, l’impronta inconfondibile di Venezia è stampata sulle facciate: l’infallibilità del gusto, lo chic, la grazia, la superiore eleganza, la “maniera” anche. Pure se i modi architettonici sono sviati o alterati, cioè l’identico ritmo, la medesima aspirazione di serenità e letizia, il segno di un eguale concezione di vita. Ma, dietro, non c’è il libero cielo della pianura, né i miti profili di domestici e arcadici colli, né vi si aprono dinnanzi placide distese di prati e giardini, né all’orizzonte si perdono geometriche orizzontali prospettive di carpini o bossi, schierati come guardie d’onore sull’attenti il giorno dell’incoronazione. 

Dietro il cielo non è sgombro e disponibile al lento andirivieni delle nubi. Ma incombono le montagne taciturne. Il bianco sorriso delle ville è incorniciato e sovrastato da ermetici e solenni profili, da scenografie di rupi e valloni. L’ultima onda della Serenissima si rompe e muore ai piedi delle misteriose cattedrali del Nord. Ecco, è proprio un certo mistero che dà carattere a queste case di signori, in sè miti, schiette e bonarie. 

Un mistero tutt’altro che fosco e medievale, anzi filtrato e sottilissimo (non per niente è stata l’anima di Venezia a nutrirle); che non si trova affatto nei fatati palagi, per esempio del Brenta e del Vicentino. Un soffio di romanticismo si insinua così nella regalità olimpica propagatasi dalla Laguna. E nasce un pathos difficile a dire. […]

Un fenomeno unico al mondo.” 

(da Dino Buzzati, Introduzione, in Adriano Alpago Novello, Ville e case dominicali della Val Belluna, Feltre 1961, pp. VI-VII)

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