Projectwork Cantiere scuola
2. Parco di Villa Pagani Cesa, Da Prà, Azzalini, detta "Clizia" a Mussoi, Belluno
2.1. Ricerca storica
Catasto austro-italiano - 1813 - FONTE: Archivio di Stato di Belluno
https://www.archiviodigitale.icar.beniculturali.it/it/185/ricerca/detail/247005
Catasto Napoleonico - FONTE: Archivio di Stato di Belluno
Notare il frutteto presente nel fronte sud (in verde con gli alberi disegnati che era utile anche ai fini della tassazione)
"Elemento di notevole interesse è il parco che si sviluppa per circa cinquantamila metri quadrati alle spalle della villa sul lato nord, estendendosi in dolce pendenza fino al torrente Mussoi, che ne costituisce il naturale confine settentrionale.
Nel 1880 il proprietario Giorgio Pagani Cesa, ingegnere del Comune di Belluno, inizia ad inserire progressivamente nuovi elementi al bosco naturale di pertinenza della villa, aggiungendo, a fianco delle latifoglie locali già presenti, diverse conifere sia indigene che esotiche (Caldart, 1956) e, infine, anche alcune latifoglie straniere"
FONTE: Ville e case dominicali della val belluna - Adriano Alpago Novello
Ed. Panfilo Castaldi - Feltre - Prima edizione - 1961
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Il parco di Mussoi, nell'immediata periferia della città, rappresenta certamente un che dei "giardini" più interessanti dell'intero territorio comunale. Si tratta del parco di una dimora signorile ubicata a Mussoi (Villa Clizia), che apparteneva, attorno alla fine del secolo scorso, al Cav. Giorgio Pagani Cesa, ingegnere del Comune di Belluno. Probabilmente a questo periodo è da far risalire la nascita del parco, un bosco naturale sottratto al taglio e arricchito progressivamente con alberi ornamentali, stradine, piazzole, a formare una sorta di giardino inglese in cui gli elementi di naturalità hanno sempre avuto il sopravvento sulle componenti "costruite". All'interno del parco di Mussoi colpiscono in modo particolare la varietà e monumentalità degli alberi presenti, davvero inconsueta per i parchi di altre ville del bellunese. All'ingresso di Fisterre, a esempio, si impongono per le dimensioni tre maestose piante di frassino maggiore a cui succedono, nelle varie direzioni che si possono intraprendere, faggi, ippocastani, abeti rossi e molte altre specie. L'antica funzione ornamentale e ricreativa del parco è tradita dalla presenza di filari in carpino bianco e abete rosso lungo le stradine, da una piazzola circondata da una siepe ormai inselvatichita di bosso, da piante disposte con buon gusto nelle radure. Nel periodo compreso fra le due guerre, a cui è dar far risalire la costruzione dell'ingresso al parco da Fisterre, il bosco fu preso in affitto e aperto al pubblico e, intorno al 1970, esisteva un custode che provvedeva alla manutenzione delle stradine in ghiaia, alla costruzione delle panchine in legno, al controllo dell'area; in questo periodo si svolse anche una festa degli alberi con gli studenti delle scuole elementari. Il parco di Villa Clizia è stato negli anni successivi abbandonato all'evoluzione naturale e ha dovuto subire anche interventi di un certo impatto ambientale (es. scavi) fino a poco tempo or sono quando, attraverso una sere di interventi sulla copertura forestale, si è provveduto al taglio e all'esbosco delle piante morte, malate, marcescenti o pericolanti. Allo stato attuale il parco di Villa Clizia, pur non presentandosi forse come lo descriveva nel 1956 Francesco Caldart (CALDART F., 1956. Il Parco di Villa Clizia a Mussoi, in Rassegna Economica n. 11, Belluno, pagg 6-8), manifesta ancora un notevole interesse paesaggistico e naturalistico. Si è detto dei frassini, degli ippocastani, dei faggi, degli abeti rossi a cui si accompagnano altre specie più o meno comuni nel Bellunese quali l'acero campestre, il pioppo bianco, il pino silvestre, il pino nero, la farnia. Molto caratteristica è l'abbondante presenza di tasso negli avvallamenti più freschi e ombrosi. Nel complesso colpiscono le dimensioni, davvero considerevoli, di alcuni faggi, frassini, carpini bianchi e pioppi. A queste specie, più o meno conosciute, si accompagnano altre essenze più rare di origine extraeuropea. Fra le altre si ricordano il Pinus excelsa, originario della catena himalaiana, il pino strobo (Pinus strobus) e il cipresso di Lawson (Chamaecyparis lawsoniana), provenienti dall'America nord occidentale, la tsuga (Tuga canadensis), del Nord America, la tuia orientale (Thuia orientalis), proveniente dall'estremo oriente, la tuia occidentale (Thuia occidentalis) e l'albero dei tulipani (Liriodendron tulipifera), dell'America Nord orientale. Le dimensioni di alcuni tra questi alberi sono davvero eccezionali, tanto da non trovare paragoni nell'intera Provincia, fra le essenze delle stesse specie. In particolare sono da citare il Pinus excelsa, i cipressi di Lawson, le tuie e la tsuga. Il parco, ricchissimo anche di uccelli, è particolarmente ospitale nel periodo estivo quando, in virtù della sua esposizione e delle caratteristiche del bosco, mantiene una temperatura molto fresca anche nel corso delle più calde giornate."
FONTE: I giardini di interesse storico nella città di Belluno - Michele Cassol
Ed. Istituto bellunese di ricerche sociali culturali Serie Quaderni n.35
"La villa è una costruzione piuttosto massiccia, dalle linee severe, del XVIII secolo, eretta per la nobile famiglia bellunese dei Pagani-Cesa, ed in seguito ribattezzata con il romantico nome di Clizia. Da un punto di vista architettonico l'edificio non presenta particolari caratteristiche e si può avvicinare facilmente soprattutto alla coeva Villa Giamosa di Salce, pur con schema e volumi semplificati. Si noti l'assenza del timpano che di regola manca appunto nelle costruzioni più antiche: tuttavia la netta sopraelevazione della porzione centrale denota l'evoluzione del gusto verso soluzioni più mosse e slanciate. La villa è attualmente proprietà Da Prà. La recente e non controllata espansione edilizia della città di Belluno ha letteralmente fagocitato la costruzione, che è ora ristretta tra alcuni grandi condomini, avendo perso così quasi completamente il giardino antistante, con una fontana e siepi regolari di carpini.
Verso settentrione, in corrispondenza di una depressione naturale, sussiste ancora quello che era un vasto parco di impostazione romantica (1), ricco di elementi scultorei e decorativi di pietra lavorata (pilastrini, vasi).
(1) FR. CALDART: il Parco della Villa Clizia a Mussoi, in Rassegna economica a cura della Camera di Commercio, Industria e Agricoltura di Belluno, anno IV, n. 11, novembre 1956. «E un bosco naturale formato inizialmente di sole latifoglie, poi ridotto a parco all'inglese con l'introduzione di alcuni elementi artificiali (radure, stradelle, panchine di pietra, mucchi di massi di tufo ad uso grotta). Alla vegetazione spontanea rovere, carpini, ontano, salice, frassino, tiglio, olmo, pioppo nero - circa nel 1880 il proprietario cav. Giorgio Pagani-Cesa aggiunse sempre nuove essenze Cedro del Libano (Cedrus Libanotica), Crittomeria (Criptomeria Japonica), Cipresso di Lawson (Chamaecyparis Lawsoniana), Pezzo del Caucaso (Picea orientalis), tra cui alcune anche esotiche che prosperano tuttora in una pittoresca mescolanza, pur essendo il parco piuttosto in stato di abbandono».
FONTE: Ville della provincia di Belluno - Adriano Alpago Novello
Ed. Rusconi - Seconda edizione marzo 1982
Rassegna Economica della Camera di Commercio, Industria e Artigianato di Belluno
11 novembre 1956
Il parco di Villa Clizia a Mussoi
FONTE: ARCHIVIO STORICO -BELLUNO
Progetto
di valorizzazione e recupero
del parco comunale di Mussoi - gennaio 1990
(RiPA scarl - Ricerca e Progettazione Ambientale
arch. F. Bonato, arch. M Longhini, Dr. D. Nicolini, Dr. L. Pignatti, Dr. A. Treu)
FONTE: ARCHIVIO STORICO -BELLUNO
Villa Pagani Cesa, Da Prà, Azzalini, detta "Clizia" su culturaveneto.it
https://www.culturaveneto.it/it/beni-culturali/ville-venete/6079f3e0b282ae2cca158f95